Il titolo dichiara sin da subito la
volontà di indagare la capacità dell’arte di porsi costantemente al limite per spostare l’asse del pensiero, della percezione e del discorso, immettendo nuovi elementi nel sistema.
Il percorso espositivo si struttura come un discorso continuo, un incalzare di strappi, sovrapposizioni, interrogativi, realtà già conosciute e che paiono superate ma che invece tornano, realtà non note che sarebbe opportuno penetrare, realtà incomunicabili e che chiedono nuove parole.
Installazioni di grandi dimensioni concorrono alla definizione di una scrittura espositiva in grado di restituire al visitatore un’esperienza di senso totalmente immersiva, tra atmosfere, suoni, parole, tessiture materiche e cromatiche differenti.
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