L’immagine guida della mostra, una busta con due timbri postali, reca il seguente mittente: «Gemma Servadio. Campo di concentramento di Fossoli. Carpi (Modena)».
Gemma e la sua anziana madre Nina vengono arrestate a Torino il 23 maggio 1944. Sono poi tradotte a Fossoli, ove restano poco più di un mese. In quel periodo Gemma invia otto missive a conoscenti e amici torinesi, lettere che sono oggi conservate al Museo Nazionale dell’Olocausto di Washington, riprodotte ed esposte presso l’Archivio Storico della Città di Torino. Gemma scrive otto lettere che sono altrettante invocazioni di aiuto indirizzate a amici e parenti, tra cui Lucia, la primogenita, e Sandra Aloardi, la nuora. Nina, Gemma, Lucia e Sandra risultano schedate nelle Rubriche di appartenenza alla razza ebraica di Torino.
Tutto ebbe inizio nel 1938 con l’emanazione delle leggi sulla razza in seguito alle quali il Comune era tenuto a presentare ogni mese alla Prefettura un resoconto dettagliato sul «movimento naturale e migratorio degli ebrei e dei misti non ebrei».
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. E’possibile prenotarsi telefonando al numero 011.011.31811
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