Sullo spiazzo antistante la rocca di Caluso si nota un altro interessante rudere: sono le tre pareti prive di tetto dell’
antica Chiesa di San Calocero, la primitiva parrocchia di Caluso, ancora esistente nel secolo XVI.
In una bolla del
18 giugno 1177 papa Alessandro III fa menzione della chiesa Parrocchiale di Caluso, che gli storici identificano con la chiesa di San Calocero, “poco più vasta di una sala ordinaria”, i cui ruderi come abbiamo detto sorgono tuttora ai piedi del Castellazzo, dove si stendeva la piazza dell’antico borgo fortificato.
La stessa chiesa venne menzionata da papa Innocenzo III, in una bolla datata 4 gennaio 1204, assieme a quella di Sant’Andrea (“Ecclesias Sancti Andrete et Sancti Calocerii de Calusio”), sorta in epoca successiva quantunque facesse parrocchia unica.
Presso la chiesa venivano sepolti i morti non solo del borgo, ma di tutto il feudo, comprese quindi le borgate di Squarre, Veranio e Splendendo.
Dopo la costruzione della chiesa di Sant’Andrea fuori le mura le sepolture si ridussero notevolmente e dal 1662 cessarono del tutto.
Quanto alla chiesa,
nel 1522 risultava già in disuso, ma crollò definitivamente nel 1880.
Attualmente sono rimasti solo i ruderi del coro. Dai ruderi attuali si può risalire alla sua origine romanica sia sulla parte basale che sull’orientamento canonico, e come ben si vede ancora doveva proseguire ad oriente e terminare con l’abside. Si può notare inoltre che nella muratura rimasta sono inglobati alcuni “lateres” romani. Ad un attento esame si può inoltre intravedere l’esistenza di una porta in seguito tamponata sul lato settentrionale, cioè rivolta verso il castello.
L’importanza storica di questa chiesa deriva dal fatto di essere stata “Castrense”, cioè parte di un sistema fortificato, sotto la protezione dei castellani.