L’
attuale chiesa cimiteriale del Carmine con il suo campanile in pietre squadrate, che si scorge sulla destra salendo dalla strada per Cuorgnè, era un tempo l’antica chiesa parrocchiale di Prascorsano. Con la costruzione, al centro del paese, dell’attuale parrocchiale, l’edificio iniziò una progressiva decadenza; nel periodo napoleonico venne usato anche per ospitare le truppe francesi.
Riconsacrato, fu
dedicato alla Madonna del Carmine, svolgendo funzione di chiesa cimiteriale.
La chiesa mostra un’architettura che può essere datata
intorno al XII secolo, come testimoniano il CAMPANILE e i capitelli angolari, romanici, visibili all’interno, nella navata laterale sinistra.
Sicuramente rimaneggiata in tempi successivi, la chiesa si presenta con una forma inconsueta, con la presenza di sole due navate e un presbiterio privo di abside.
Sul muro esterno, visibile per chi sale alla chiesa, c’è un affresco raffigurante san Bernardo da Mentone, ma le sue condizioni sono pessime.
All’interno, nell’abside, nel presbiterio e nella navatella sinistra sono conservate preziose
pitture murali, databili ad epoche differenti, r
isalenti al XV e XVI secolo.
Il ciclo più importante è collocato nel presbiterio, sull’altare maggiore e raffigura una teoria di apostoli, purtroppo nel XVIII secolo è stata aperta una nicchia al centro della parete, che ha eliminato i due apostoli centrali. L’autore di tale opera, anonimo, è stato ribattezzato “Maestro degli Apostoli di Prascorsano”, un artista probabilmente giunto in Canavese dalla Provenza, chiamato dai conti di Valperga. A questo personaggio è attribuibile anche l’affresco con sant’Antonio Abate, un santo vescovo e un devoto, sulla parete della navata centrale.
Nella navata di sinistra sono conservati altri interessanti affreschi attribuibili a due diversi maestri: si nota innanzitutto un grande Presepio datato sul bordo superiore (1522), firmato Jacopino Longo e con il nome del committente Bernardino Villa de Corgnato (Cuorgnè. Di due artisti sconosciuti, ma che ci hanno lasciato i loro nomi, Bernardino Rossignolo di Trino e Gabriele Petiti di Chieri, sono la teoria di santi sulla parete laterale e la Madonna di Misericordia datato al 1524 posto sul secondo altare della chiesa.
Un’ultima mano, ancora una volta sconosciuta, ha realizzato le grottesche che decorano la volta e gli archi di entrambe le cappelle della navata laterale.
All’Ottocento, invece, risalgono i dipinti delle volte della navata centrale, realizzati nel momento della nuova dedicazione a chiesa cimiteriale.