La vicenda della cappella di San Sebastiano è ancora in larga parte da delineare. La sua particolare posizione, al liminare del borgo e vicina alla strada che collega Avigliana e la valle di Susa, potrebbero dare adito a supposizioni riguardanti la sua iniziale costruzione: un luogo coperto che permetteva una notte al riparo per i pellegrini diretti verso la via Francigena oppure una parte del lazzaretto per la cura degli appestati.
Addossata al muro di cinta del camposanto, presenta linee architettoniche semplici, con due piccole finestre ai lati della porta d’ingresso, sormontata da un rosone. A fianco vi è una piccola sacrestia, dalla quale successivamente si eresse il basso campanile in mattoni rossi.
Se è necessario attendere il 1689 per rintracciare la prima testimonianza documentaria che attesti l’esistenza della cappella, il recente ritrovamento degli affreschi quattrocenteschi posti nell’area presbiteriale rende San Sebastiano l’edificio religioso esistente più antico di Giaveno.
L’occasione della scoperta del ciclo si deve alla volontà della comunità locale di far restaurare la pala d’altare settecentesca. Rimossa la tela è fortunosamente emersa la Madonna col Bambino, risparmiata alle imbiancature seicentesche. Successivi interventi di restauro hanno permesso di recuperare le scene del Martirio di Marco e Marcellino, La decollazione di Tiburzio, San Sebastiano tradotto davanti all’imperatore Diocleziano, San Sebastiano ucciso a colpi di bastone, San Sebastiano appare alla nobile romana Lucina.
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