Il Santuario sorge a circa due chilometri dal centro abitato sul luogo dove,
il 21 giugno 1623, il ragazzo muto
Guglielmo Petro, ebbe la
visione della Madonna, seguita dalla guarigione.
In seguito a questo fatto miracoloso, sul terreno donato dai Conti di San Martino signori del feudo, venne costruito prima il santuario e poi il convento che venne affidato ai
Padri Francescani Riformati fino al
1802, quando, su ordinamento napoleonico, i frati vennero allontanati.
L’intero complesso rimase chiuso e venduto a privati.
Solamente nel
1873 il parroco don Lorenzo Coriasso lo acquistò riaprendolo al pubblico e al culto.
Sotto l’aspetto architettonico, la chiesa è un bell’esempio di
primo barocco piemontese, notevoli gli altari lignei, molto elaborati, forse opera di intagliatori valtellinesi.
Sull’altare maggiore, che forma quasi un’iconostasi che separa la parte dedicata al culto da quella un tempo del coro (del quale sono ancora conservati alcuni grandi pannelli riportanti i versi di alcuni salmi su rigo musicale), è posta la statua lignea della Madonna e due dipinti di santi.
Una pala d’altare ricorda quella dipinta dal Caravoglia nel 1653 per una chiesa torinese e raffigura Gesù Bambino che appare a Sant’Antonio.
Sotto all’altare maggiore, c’è l
a cripta dove venivano inumati i frati.
Il santuario è aperto al culto (si officia in esso al mattino della domenica, nel periodo estivo). È sempre parzialmente visibile tutto l’anno; infatti si può accedere nella parte d’ingresso, sotto la balconata del coro, chiusa da una cancellata di ferro battuto posta nel 1921 in seguito ad un tentativo di furto.