Museo dedicato agli
antichi mestieri e alle attività contadine locali, con la ricostruzione degli ambienti di lavoro di un tempo.
Il museo etnogratico, che intende essere la rappresentazione del modo di vivere operativo e psicologico adottato dalle generazioni che ci hanno preceduto.
Una sequela di immagini proiettate a ritroso nel tempo, un attrescho di vita agreste ed artigianale, la cui apparente monoliticità è, da subito, smentita, dalla dinamicità delle immagini tigurative prospettantesi.
Un orgoglioso mùlita ci attende sulla soglia; a destra, si entra nella prima sala, animata da due efficienti reseghin, da un mùnùsièr, da un raméer e da uno stagnin; si accede nella seconda sala, dove tiloire e sartoire attendono docili alle loro occupazioni, torse narrando di miti.
Ritornati nell’ingresso cisl imbatte, sempre sulla destra, dapprima in un tréer, intento ai propri lavori di precisione, e, poi, in un ciavatin, chino sul suo taticoso lavoro, e, sulla sinistra, in due spaciaturnel, per poi ingredire nella terza sala, in cui è allocato un antico presepio artigianale.
Tre contadine sono nella settima sala in cui sono esposti costumi di mirabile bellezza.
Affissi alle pareti mappe, quadri, totogratie, manitesti, esaltano la bellezza di Pont e dell’Alto Canavese.